Alle Adoratrici del Sangue di Cristo 

in Albania, Argentina, Guinea Bissau, Italia, Filippine, Spagna 

Battesimo del Signore 

2020 Tempo Giubilare 2021 

Carissime, 

la pace di Dio che sorpassa ogni immaginazione custodisca i vostri pensieri in Cristo Gesù (Fil 4,7): è il nostro saluto per l’Anno che ci viene incontro, che desideriamo per tutte Anno di speciale vitalità. 

2020 CAPODANNO VITALE PER UN DECENNIO 

Il 2020 nella cultura mondiale è segnato come il Capodanno del decennio 2020 – 2030. 

Il mondo guarda con timore e speranza a questo nuovo decennio, mentre si desiderano azioni di pace, tempi di fecondità, cambiamenti e processi generativi. Il futuro, che è l’attimo dopo il presen- te, ci viene incontro come luogo teologale, opportunità e grazia, spazio di interazione e di solidale cordialità. 

In particolare, in questo anno, si condenseranno riflessioni, azioni e alleanze significative, cultu- rali, interreligiose ed ecumeniche, per custodire e promuovere l’umano e la sua identità attraverso l’in- vito lanciato da Papa Francesco con il Patto educativo da agire a livello mondiale. Si allarga il movi- mento Fridays for Future (FFF), un patto di alleanza per la cura della vita, della nostra casa comune. Un movimento che coinvolge giovani da New York a Singapore, da Parigi a Città del Capo e che ha iniziato a coinvolgere anche i “grandi”, in gruppi dedicati a genitori e nonni chiamati Parents for Future

Inoltre in questo anno ricorre il XXV della promulgazione dell’Esortazione Apostolica post-si- nodale di S. Giovanni Paolo II, Vita Consecrata, circa la vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo. 

Come Adoratrici del Sangue di Cristo vogliamo essere partecipi di questo processo di vita in cui le diverse generazioni s’incontrano per offrire la propria identità e la propria vitalità in alleanza. 

2020 LUCE SUL MISTERO DELLA VOCAZIONE 

In questa visione mondiale, al termine della preghiera della Lectio divina sul brano del Vangelo di Matteo (3, 13 – 17) alla vigilia della Solennità del Battesimo di Gesù, come sorelle dell’amministra- zione, abbiamo condiviso un invito: celebriamo insieme un anno di speciale grazia. Un anno che ci dia luce sul mistero della vocazione che ciascuna accoglie e vive ogni giorno, mentre procede verso il futuro. 

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. 

Il Cristo uomo, dopo un tempo in cui, in stile sobrio e penitenziale, studia, riflette, apprende le Scritture, giunge al Giordano come cercatore di Dio e cercatore della propria identità vocazionale. In tale atteggiamento di ricerca profonda sceglie di compiere l’atto di immergersi nell’acqua come gli altri, senza presunzione di privilegio, nella comunanza con i peccatori che si battono il petto: Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia, dice Gesù a Giovanni che vuole fermarlo, impedendogli la vicinanza e la commistione con l’umano e il suo peccato. 

Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spi- rito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 

Dal battesimo dato da Giovanni, Gesù viene consacrato nella sua vocazione, comprende la sua missione: Egli sarà l’Agnello di Dio sulle cui spalle è posto il giogo del peccato del mondo (cf Gv 1, 29). Sarà il luogo di carne dell’alleanza nuova, della nuova rivelazione in cui il Dio di Mosè, di Isac- co e di Abramo, diventa vicino e familiare e abita le case dell’umano. Ma soprattutto il battesimo svela a Gesù la sua vocazione in cui vive il suo essere missionario dell’amore trinitario. 

2020 CONSAPEVOLEZZA E GIOIA PER LA MIA VOCAZIONE 

Vivere la gioia della mia vocazione, quel destino santo che è impresso dentro di me, dato gratuita- mente per libera sovranità divina e libera risposta umana come luce e sigillo di fuoco: un serbatoio di vita. 

Vivere in conversione, fissando lo sguardo su me stessa, per rinvigorire la vocazione originaria e la vita nello Spirito, vino nuovo che ci abita, per lasciarmi battezzare nell’acqua e nel sangue, ponendomi come Gesù umilmente nella fila dei peccatori, di tutti coloro che desiderano una vita più vera. 

Vivere la vocazione in discernimento: la chiamata alla vita come donna, la chiamata alla vocazione cristiana, portata a compimento nella speciale sequela Christi, nella beatitudine del Vangelo, nella lode continua al Sangue di Cristo. Ma, soprattutto, nella vocazione il Padre ci consacra in Cristo in una gioia che non ci verrà mai tolta: Tu sei il Figlio mio, il prediletto: in te ho posto il mio amore (Mc 1,11; cf. Mt 3,17; Lc 3,22)

Vivere la vocazione in ricerca: suona come invito al cammino di ritorno alla stanza interiore, alla “Galilea del primo amore”, direbbe Papa Francesco, alla nostra identità di chiamati e amati, scelti e plasmati, trasformati e costituiti per un progetto da abbracciare con un sì gioioso. La perdita di fa- scino e vitalità di questa esperienza interiore – quando diventa solo posa spirituale e vuota formalità – è perdita secca su tutta la linea della nostra testimonianza. Allora viene meno la inquietudine della ricerca e fermiamo il passo in maniera infeconda. 

2020 TEMPO DI GRAZIA E DI BENEDIZIONE UN GIUBILEO PER LA VITA 

Per celebrare il tempo come luogo di benedizione. Pensiamo scarsamente al dono del tempo, e spesso siamo disattente nel concepire che nel tempo si compie la missione con cui Dio ha segnato la nostra vita, e si svela la nostra coerenza. 

La vita ci demolisce: sperimentiamo il corpo che s’infiacchisce, ma spesso anche un corpo vigoroso può costringere l’anima dietro le sbarre, senza orizzonti. 

La vita ci costruisce: e in un corpo malato e stanco l’anima può vivere il suo vigore, la luce della propria identità immortale, del suo destino di santità. 

Il segreto dell’armonia che possiamo custodire, e far crescere nel tempo, abita nel nostro in- timo: qui abita lo Spirito, più interiore della mia intimità e più elevato della mia sommità (Agostino, Le Confessioni, III, 6, 11). 

UN GIUBILEO PER LA VITA 

Per celebrare la vita, il battesimo, la vocazione – missione: 

Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: Una cosa solo ti manca: va vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi (Lc 18, 22); 

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga (Gv 15, 16). 

Per celebrare la grazia della Parola di Dio ascoltata ogni giorno, del pane spezzato all’unica tavola, del vino bevuto al medesimo calice, vermiglio di sangue, glorioso di resurrezione. 

UN GIUBILEO PER LA VITA 

Per celebrare le persone amate, gli affetti e le amicizie, per far memoria degli anni vissuti, del bene dato e ricevuto, delle parole ascoltate e offerte. Per ricordare il servizio, la vicinanza, la com- pagnia condivisa, la bellezza contemplata e seminata, il dolore e la gioia, la tenerezza, il desiderio di solidarietà e di fraternità universale. 

2020 LA SFIDA ALL’ALLEANZA GENERAZIONALE 

Un Tempo per celebrare la vita ASC, le fraternità vere che hanno costruito tanta parte della no- stra storia senza calcolare fatica, accogliendo frustrazioni, delusioni, insoddisfazioni, operando scelte sofferte, ma anche assaporando soddisfazioni e mete raggiunte. Celebriamo la nostra vita ASC data senza calcolo di tempo e d’interessi, senza avarizia ed egoismo, con passione d’amore, mentre il cuore esultava nell’esperienza del Mistero del sangue di Cristo, e applaudiva nel gaudio del Popoli tutti

Ora è tempo che in tale preziosa eredità si discerna circa le semplificazioni da operare e l’essen- ziale da tenere stretto al cuore, come vino nuovo che cerca otri adatti per procedere verso il futuro, più povere e semplici, ma certo come seme nuovo che rinasce. 

Vogliamo celebrare questo tempo giubilare a piedi nudi e con le mani vuote, ad ogni età: 20 e 30 anni; 40 e 50 anni; 60 e 70 anni; 80 e 90 anni; 90 e 100 anni e più. Questi anni ci appartengono, sono l’eredità benedetta, il nostro grido di giubilo e di passione, la nostra ferita che chiede riconciliazione e guarigione al Dio della nostra storia, nella potenza del Sangue prezioso di Cristo. 

Vogliamo celebrare a viso aperto, senza maschere d’occasione, in umiltà e in alleanza genera- zionale, affinché tutto in noi sia vero e generativo. 

Nascere e rinascere, come cammino di pace, senza rabbia per quanto non abbiamo più, senza timore per un futuro che ci sembra ostile e senza certezze. 

Ci è chiesta una pedagogia dell’umano e del suo mistero di relazione: «è opportuno ascoltare i giovani e gli anziani. Entrambi sono la speranza dei popoli. Gli anziani apportano la memoria e la saggezza dell’esperienza, che invita a non ripetere stupidamente gli stessi errori del passato. I giovani ci chiamano a risvegliare e accrescere la speranza, perché portano in sé le nuove tendenze dell’umanità e ci aprono al futuro, in modo che non rimaniamo ancorati alla nostalgia di strutture e abitudini che non sono più portatrici di vita nel mondo attuale» (Evangelii Gaudium 108). 

Lo Spirito ci conduca a scoprire il centro generatore dell’alleanza tra sorelle di diverse età, ossia la comune coscienza in cui tutte ci riconosciamo cercatrici di Dio: O Dio, Tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, a te anela la mia carne (Sl 62, 2 – 3), nella comune identità ASC: io sono una missione. 

La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. 

Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare (Evangelii Gaudium 273). 

2020 CELEBRAZIONE NON SOLITARIA 

Come ogni secolo anche il nostro è tempo di lotta fra la luce e le tenebre. Un tempo in cui si ridisegnano i rapporti tra i popoli, le culture, le religioni. Un tempo in cui le strade allargano i loro crocevia, in spazi in cui i volti sono costretti all’accoglienza o al rifiuto, anche violento. Un tempo in cui ai cristiani vengono chieste con arrogante violenza le ragioni della loro speranza e le persone consacrate continuano la propria storia di testimoni della Luce nella Chiesa. Noi ASC facciamo parte di questo coro, di questa alleanza, di questa volontà di nascere e rinascere. 

Ci accompagna l’invito di papa Francesco «facciamo dell’intera esistenza un pellegrinaggio di trasfor- mazione nell’amore». 

2020 INVOCHIAMO 

AVE, MADRE DELLA GIOIA! 

Il nostro cuore si piega nel saluto a Maria: Ave Madre della gioia! 

Rallegrati, piena di grazia (Lc 1, 28): il saluto dell’angelo a Maria è un invito alla gioia, ad una gioia profonda che annuncia la fine della tristezza. È un saluto che segna l’inizio del Vangelo, della Buona Novella, che chiediamo di narrare con la nostra vita. 

Il nostro cuore invoca con particolare fervore la protezione e la guida di S. Gaspare e di S. Ma- ria De Mattias, la compagnia e la saggezza del ven. Giovanni Merlini, la carità della ven. Serafina Cinque. Siano nostri compagni di vita nella potenza del Sangue Prezioso. 

Con amicizia, ogni augurio 

In sanguine Agni 

Nicla Spezzati, ASC 

Superiora Regionale

e Sorelle dell’Amministrazione