In questo contesto segnato dalla guerra e dalla pandemia sentiamo il bisogno di rivolgerci con fede a Maria, Regina della pace perché ci ottenga da Dio questo dono per tutta l’umanità.
È importante allora ricordare l’origine di questo titolo mariano molto diffuso nella Chiesa e nella devozione popolare. Fu San Paolo VI a volere che la giornata che segna l’inizio dell’anno civile fosse dedicata, oltre che alla solennità di Maria Santissima Madre di Dio anche al tema della pace. E, infatti, il 1° gennaio 1968, venne celebrata per la prima volta la giornata mondiale di preghiera per la pace. Fra le tante motivazioni che spinsero papa Montini a compiere questo gesto, come lui stesso spiega nella lettera di indizione, ci fu, innanzitutto, il desiderio di trasmettere che la pace è un dono che viene da Dio e va implorato come richiesta a Lui, perché «per il cristiano proclamare la Pace è annunciare Gesù Cristo, “Egli è la nostra pace” (Eph. 2, 14); “il Suo è Vangelo di pace” (Eph. 6, 15): mediante il Suo sacrificio sulla Croce Egli ha compiuto la riconciliazione universale, e noi, Suoi seguaci, siamo chiamati ad essere «operatori della pace» (Matth. 5, 9); e solo dal Vangelo, alla fine, può effettivamente scaturire la pace, non per rendere fiacchi e molli gli uomini, ma per sostituire nei loro animi agli impulsi della violenza e delle sopraffazioni le virili virtù della ragione e del cuore d’un vero umanesimo».
Papa Francesco, nel messaggio per la 52ª Giornata mondiale della Pace, ci ricorda che siamo chiamati ad offrire la pace a ogni persona, «senza distinzioni né discriminazioni», da portare a «il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente», a chi è diverso da noi, costruendo strade di riconciliazione. Una pace da far germogliare anche nella nostra “casa comune”, «il pianeta in cui Dio ci ha posto ad abitare e del quale siamo chiamati a prenderci cura con sollecitudine», riscoprendo e rispettando la bellezza di questo dono di Dio e assumendoci «la parte di responsabilità che ci spetta come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire».
Perché, però, collegare il dono della pace con Maria? Perché Lei ci ha donato Gesù, principe e autore della pace. Quindi la sua divina maternità è il segno che la pace è scesa sulla terra. Guardando a Maria, madre di Dio, possiamo contemplare l’alleanza fra Dio e l’uomo come momento di riconciliazione e ricapitolazione di tutta l’umanità in Cristo. La Vergine Maria, che lo porta in grembo, e poi lo porge all’adorazione dei magi, simbolo dei popoli della terra, diventa la via per andare a Gesù e per ricevere da Lui la pace, con Dio, con i fratelli, con il creato.
La pace è un dono ma anche un impegno, perché Dio chiede sempre la nostra collaborazione per accogliere i suoi doni e farli fruttificare, come i talenti del Vangelo. Maria, in questo cammino, è di modello alla Chiesa tutta e a ciascuno di noi, perché si è impegnata ad accogliere il progetto di Dio e a divenire non solo madre nella fede, ma anche discepola del Figlio. Maria è definita beata perché ha creduto alla Parola di Dio e ha saputo viverla nel suo cuore. Perciò possiamo dire che ha vissuto in pieno le beatitudini evangeliche, fra cui quella che inneggia alla pace. Maria è stata una vera pacifica, mite e umile di cuore, che ha seguito il Figlio fino alla croce. Lì, pur impietrita dal dolore non ha imprecato contro di noi, crocifissori del Figlio, ma ci ha accolti come figli accettando di seguirci e di intercedere per noi con lo stesso amore con cui Gesù si è immolato per la nostra salvezza.
Perciò da sempre la Chiesa si è rivolta a Maria, con fiducia di figli, chiedendo a Lei il dono della pace, in quanto Madre di Dio e Regina, per la sua speciale unione col Figlio di Dio e anche per la sua fede. E Maria, madre e maestra di pace, ci insegna a vivere secondo il Vangelo rendendo le relazioni con gli altri pacifiche, e ottenendo riconciliazione e pace sul mondo.
Quando, nel 2001, ci furono gli attacchi terroristici a New York, con la distruzione delle torri gemelle, San Giovanni Paolo II, grande devoto della Madonna, ha recitato una breve preghiera a Maria, Regina della Pace, chiedendole di intercedere per noi presso Dio, che possiamo ancora recitare per il dono della pace anche oggi:
“Affido fin d’ora queste iniziative alla materna intercessione di Maria Santissima, chiedendoLe di voler sostenere i nostri sforzi e quelli dell’umanità intera sulla via della pace.
A Te, Regina della pace, chiediamo di aiutarci a rispondere con la forza della verità e dell’amore alle nuove e sconvolgenti sfide del momento presente. Aiutaci a superare anche questo momento difficile, che turba la serenità di tante persone, e ad impegnarci senza indugi nel costruire ogni giorno e in ogni ambiente un’autentica cultura della pace”.
(a cura di Daniela Del Gaudio)