È l’AREA a cui è consegnato il compito di accompagnare, nel quotidiano, le comunità ASC della Regione Italia nel loro cammino di FORMAZIONE CONTINUA, al fine di crescere sempre più nell’identità di donne consacrate ASC.
“La formazione è davvero continua solo quando è ordinaria, e si compie nella realtà di ogni giorno” (Per vino nuovo otri nuovi, 35), orientando ad una vita sempre più conforme al Vangelo. Per noi, donne consacrate nel segno del Sangue della redenzione, la parola del Vangelo ci segna il quotidiano, così che la nostra vita insieme maturi in FRATERNITÀ secondo l’annuncio delle Beatitudini evangeliche.
L’Area Case del Vangelo cammina accanto a tutte le comunità offrendo piccoli input perché si diventi sempre più luoghi di Vangelo.
Divenire Case del Vangelo significa porre al centro della vita la Parola, e quotidianamente specchiarsi in essa; significa vivere nella novità che sgorga dalle parole e dai gesti di Gesù; significa decidersi di prendere la parola del Vangelo come norma di vita, ogni giorno, dove la Parola ci raggiunge per convertire i nostri pensieri, le decisioni e le scelte.
SCHEDE che l’AREA Case del Vangelo offre quale strumento di FORMAZIONE CONTINUA:
1^ Shema’ Israel: unico è il Signore
E’ l’invito ad ascoltare insieme la Parola del Signore, ogni giorno. La fraternità vive dell’ascolto della Parola, quale origine e riferimento di ogni azione quotidiana
2^ Specchiandoci nella Parola
La Scheda offre un metodo di Lectio per ascoltare, approfondire e specchiarsi nella Parola
3^ Mistero pasquale – Uno stile nel quotidiano
L’opuscolo accompagna in un itinerario in cui il Mistero della Pasqua entra nel quotidiano divenendo stile di vita, da cui sono generati atteggiamenti, azioni e momenti celebrativi
4^ PAROLE del Carisma ASC da abitare OGGI con priorità e PROFEZIA
La Scheda accompagna nella lettura del CARISMA ASC, traendovi le PAROLE chiave che interpellano OGGi, proponendosi quale PROFEZIA
5^ Omnes gentes plaudite manibus – Acclamate con voci di giubilo
Il sussidio invita le Adoratrici a individuare e fare propria, alla luce del Carisma del Sangue di Cristo, soprattutto
l’espressione di preghiera della LODE, oltre che del ringraziamento e dell’intercessione. L’Inno Popoli tutti motiva grandemente tale espressione.
Le Adoratrici del Sangue di Cristo, attraverso il ministero della scuola, seguono la linea pedagogica della loro Fondatrice, Santa Maria De Mattias.
Le scuole, nel pensiero originario di Maria De Mattias, sono il luogo in cui i fanciulli, i giovani e gli adulti imparano a coltivare l’amore per la vita e la conoscenza di Gesù Cristo e del suo Vangelo per diventare uomini e donne che vivono e professano la fede cristiana.
Ieri, come oggi, la scuola paritaria di ispirazione cristiana, intende informare e formare, seguendo la Dottrina Sociale della Chiesa, la persona nella sua integrità per essere protagonista libera nella società, per entrare in dialogo con l’altro che è diverso, ma che, allo stesso tempo, è una risorsa di cui farsi carico con cuore solidale e fraterno.
Possiamo sintetizzare l’insegnamento della Chiesa sull’educazione:
- la famiglia è la prima scuola di vita cristiana e “una scuola di umanità più ricca” (Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, 7 dicembre 1965, n. 52);
- i genitori sono i primi e principali educatori dei loro figli (Dichiarazione sull’educazione cristiana, Gravissimum educationis, 28 ottobre 1965, n. 3).
Anche nel Compendio di Dottrina sociale della Chiesa (2004) troviamo espressi i due principi di fondo in materia educativa e viene sottolineata la necessità della collaborazione delle diverse agenzie educative. Esigenza sacrosanta perché, oggi più che mai, la famiglia isolata non può minimamente pensare di farcela a educare i propri figli e avviarli ad una scuola veramente umana e cristiana.
È da considerarsi quindi una «ingiustizia», il rifiuto di sostegno economico pubblico alle scuole non statali che ne abbiano necessità e rendano un servizio alla società civile (questo impone l’attuale monopolio scolastico dello Stato in materia scolastica).
Il nostro impegno come donne consacrate, come donne ASC, è di creare una coscienza cristiana fortemente incentrata su una serie di valori come la solidarietà, la gratuità, la giustizia sociale, la legalità; di formare all’impegno politico, cioè ad una concezione politica della professione e del lavoro; di educare alla cittadinanza responsabile.
Secondo l’insegnamento di Santa Maria De Mattias gli operatori e operatrici nella si impegnano ad essere educatori/educatrici di un’umanità nuova, rispondendo alle provocazioni della storia per costruire un futuro, guidati dallo Spirito.
Le suore ASC gestiscono scuole pubbliche paritarie nel Lazio, nelle Marche e in Puglia; e ospitano giovani studentesse in due collegi universitari, in Bari e Napoli.
Ribadire il proprio desiderio di incontrare, accompagnare, prendersi cura di ogni giovane, nessuno escluso (I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Documento preparatorio, 2017)
Metterci in cammino per annunciare il “vangelo della vocazione, per promuovere e suscitare vocazioni (Papa Francesco)
Restare desti per destare i giovani, essere incentrati sul Signore per poter aiutare il giovane a incentrarsi su di Lui
Occorre audacia evangelica; la convinzione che la sequela di Cristo, anche nella Vita consacrata, vale la pena (Papa Francesco)
Educare alla capacità di progettare la vita
Valorizzare la creatività di ogni comunità per costruire proposte capaci di intercettare l’originalità di ciascuno e assecondarne lo sviluppo (I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Documento preparatorio, 2017)
- Chiesa in uscita (EG 20.24)
Papa Francesco ci spinge ad uscire da noi stesse per “esplorare con audacia e compassione, con genialità sempre rinnovata, le nuove periferie geografiche, culturali, sociali ed esistenziali, dentro gli scarti della storia e dell’indifferenza globalizzata, fra le mille figure di volti sfigurati e di dignità calpestate” (Cfr. Annunciate, 76).
- … con le periferie nel cuore (Annunciate, 74)
Il Laboratorio di Scrittura, già da tempo avviato con i detenuti della sezione penale del carcere di Rebibbia a Roma, vede la partecipazione di molti giovani e uomini. Attraverso alcune tecniche, un tema condiviso e, l’accompagnamento dialogante e personale, si aiutano i detenuti a far emergere emozioni e vissuti bisognosi di redenzione. Tutto confluisce nella pubblicazione di un libro.
Il progetto Parliamo del Carcere natoda un’idea di Emma Zordan ASC, avvalorata da Mariateresa Caccavale, ex docente carceraria, si propone di diffondere tra i cittadini, per mezzo di parrocchie, associazioni, scuole, istituzioni varie, la conoscenza del mondo carcerario in tutte le sue sfaccettature. Occorre sensibilizzare sempre di più l’opinione pubblica verso un mondo sottoposto a giudizi e pregiudizi per reati commessi. Un mondo che sta pagando a caro prezzo l’errore commesso attraverso percorsi riabilitativi, necessari ad un futuro reinserimento nella società. Attività che servirà soprattutto a prevenire reati e a formare alla giustizia e legalità.
La comunità delle Adoratrici del Sangue di Cristo (ASC) di Latina parteciperà ad alcuni avvenimenti e attività nella casa circondariale di Latina, carcere che ospita soprattutto detenuti sottoposti a massima sicurezza.
La comunità di Orvieto è impegnata nel volontariato al carcere della stessa città.
Si spera che possa decollare il progetto Risposte e Attese che ha l’obiettivo di prestare voce e cuore al sommo Pontefice per rispondere alle molteplici lettere che i carcerati gli inviano. Anche qui si lavora e si sogna in rete.
Centro 65
In collaborazione con l’Associazione don Giacomo Tantardini, è nata l’idea di dar vita al Centro 65 (meglio Seicinque) per i bisognosi che si affacciano nella casa delle Adoratrici del Sangue di Cristo in San Giovanni in Laterano. Il Centro è dedicato a S. Maria De Mattias, fondatrice. Il 19 marzo 2019, festa di S. Giuseppe, è stato inaugurato e messo sotto la protezione del gran santo. Durante la celebrazione d’inaugurazione, Don Benedetto Labate, Missionario CPPS, ha ricordato l’umiltà del santo e benedetto la statua proveniente da Cotignac, luogo nel quale S. Giuseppe, secondo la tradizione, è apparso ad un assetato e gli indicato dove bere. L’impegno degli operatori del Centro, fra i tanti gesti di carità, è dar da bere agli assetati, come suggerito nelle opere di misericordia corporali, e come dal comando evangelico del bicchier d’acqua, che ‘dato a uno solo dei piccoli’ rende chi lo offre meritevole del Paradiso….
Il Centro 65 ha l’obiettivo di offrire anche una prima risposta a richieste di tipo sanitario, legale, sociale e di indirizzare ai servizi più idonei, sia attraverso i servizi del territorio che attraverso la rete amicale e solidale.
Vi possono accedere persone italiane e immigrate portatrici di problematiche legate alla salute, alla propria situazione familiare, sociale, legale ed economica, che non sono in grado o hanno difficoltà ad accedere autonomamente ai servizi territoriali.
Audaci e creative (cfr. EG 33) con il desiderio nel cuore di non lasciare mai soli (EG 48) gli ultimi in una rete generativa che coinvolge tante persone di buona volontà.
Oggi il Centro 65 si è ampliato. Vi collaborano molto volontari giovani e professionisti.
All’interno ci sono più ambiti: quello medico, quello sociale, quello legale. Molti poveri accedono al Centro. Durante il lockdown causato dal Covid-19, ci sono state molte richieste di pacchi di alimenti. Ad oggi si distribuiscono alimenti di prima necessità con indumenti e coperte. A breve, partirà l’angolo della Bellezza, dove un detenuto del carcere Rebibbia insieme a una parrucchiera presteranno il loro tempo libero per tagliare i capelli e fare una messa in piega a chi ne fa richiesta. Quello che il Centro Seicinque cerca di fare è sempre una piccola cosa rispetto alle molte povertà che continuano a crescere, ma cerca di avere un orecchio attento e un cuore aperto ai bisogni di chi è in difficoltà!
Emergenza freddo
È stato inaugurato ufficialmente il Servizio di emergenza freddo e il dormitorio invernale allestito presso l’ex Istituto Preziosissimo Sangue di viale XXIV Maggio a Latina.
Presenti il sindaco Damiano Coletta, l’assessore al welfare Patrizia Ciccarelli e il vescovo Mons.Mariano Crociata della Diocesi di Latina Terracina Sezze Priverno. «Nei giorni scorsi abbiamo parlato di diritti umani – ha detto il primo cittadino – oggi facciamo qualcosa di concreto inaugurando una struttura per l’accoglienza degli ultimi». La struttura consentirà l’accoglienza straordinaria, nel periodo invernale, fino al mese di marzo.